Il Quartetto Foné all’ Accademia di Santa Cecilia
Il Quartetto n. 17 di Donizetti (…) è stato affrontato dal Quartetto Foné con un approccio molto analitico e trasparente. (…) In Beethoven (Op. 59 n.2) il Foné ha intensificato l’attenzione ed il vigore, con una tensione robusta ed omogenea ed una pronunciata ricchezza di sfumature, in specie nell’incalzante movimento conclusivo.
Luigi Bellingardi, Corriere della Sera Roma
Il Foné ha grandemente impressionato il pubblico di Tokyo; grazie alla loro mirabile interpretazione del Quartetto n.8 di Sciostakovic si è potuto percepire in tutta la sua profondità il messaggio di pace e di solidarietà alle vittime di tutte le guerre che è alla base di questa composizione…In Webern (Langsamer Satz) il quartetto ha ricreato un’atmosfera di tardo romanticismo con un suono ricco di sfumature e con un perfetto equilibrio.
Sakura Amamia, Musica Nova Tokyo
Il Quartetto Foné suona Ravel all’Università
In risalto la fantasia e l’armonia delle pagine. Siamo stati tra i primi a riconoscere le qualità rarissime del Quartetto Foné quando era ancora in fasce; l’abbiamo seguito poi di anno in anno sempre rallegrandoci dei progressi e della carriera…L’esecuzione del Quartetto di Ravel conferma che le qualità di precisione, di sensibilità, di musicalità che individuammo all’inizio della loro carriera sono tuttora vive…un’esecuzione preziosa e se pensiamo alle molte difficoltà, soprattutto tecniche, di quel quartetto, esemplare.
Michelangelo Zurletti, La Repubblica Roma
Si conclude al Teatro Alighieri l’esecuzione integrale dell’opera quartettistica di Beethoven
Il divenire dialettico dei quattro strumenti, lontano da blandi toni colloquiali, ha preso volta per volta la forma di gioco appassionato o di “silenziosa” riflessione, di intricato enigma o di raccoglimento solitario. Camaleontico, il Foné ha scelto la via della musica, al di là di ogni motivazione o filtro interpretativo; ha seguito il naturale intreccio beethoveniano, “lasciandosi andare”.
Susanna Venturi, La Stampa – Il Corriere di Ravenna
Il Quartetto Foné ha eseguito (…) con un’intensissima emozione, ricreando ogni volta le tensioni diverse che si adattavano ad ogni composizione: dal pieno romanticismo tedesco di Schumann alle atmosfere crepuscolari di Webern fino alla tensione allucinata di Sciostakovic.
H. Asaoka, Ongaku Gendai (Music Today)
L’estro del Foné esalta il virtuoso Schellenberger
Perfetto accordo tra gli strumentisti e il mitico oboista della Filarmonica di Berlino. Grande interpretazione di Haydn e Debussy… Gli applausi che il Quartetto Foné ha suscitato con la realizzazione del difficile Quartetto in sol minore op. 74 n.3 di Haydn, di cui ha restituito gli estri e la pulsione vitale con giovanile ed incessante freschezza di dialogo, dandone una versione interpretativa senz’altro esemplare.(…) E a chiusura del programma anche il Quartetto in sol di Debussy ha suscitato una rara tensione di ascolto proprio perché animato da una grande coerenza di idee musicali che sottolineavano soprattutto le ombrose delicatezze, i misteriosi languori e gli squisiti contrasti timbrici e dinamici.
Leonardo Pinzauti, La Nazione Firenze
Quartetto d’archi come esperienza
Il Foné ha eseguito un programma difficile ed interessante con assoluta competenza. Ogni membro del quartetto è di per sé un eccellente musicista, e in più essi suonano insieme in perfetta armonia; l’insieme del quartetto è garantito dal continuo incrociarsi degli sguardi, dando luogo a grande leggerezza e precisione nell’esecuzione. (…) hanno offerto una straordinaria esperienza d’ascolto.
G. Walchshofer, Neue Zeit Graz (Austria)
In Connecticut, via Tokyo, un quartetto europeo
Questi musicisti italiani (…) hanno creato fin dall’inizio una bellissima atmosfera con un suono raffinato, un modello di compostezza ed equilibrio; ci sono stati momenti stupendi soprattutto nei movimenti più liricamente interiori, in special modo nella “cavatina” dell’op. 130 di Beethoven.
J.Osterreich, The New York Times – New York
In genere non è facile per i musicisti italiani conquistare le platee tedesche, ma il Quartetto Foné c’è riuscito (…) Haydn, Mozart e Beethoven sono stati eseguiti con giovanile impeto, temperamento allo stesso tempo con disciplina e attenzione (…) gli ostacoli di natura tecnica sono stati superati tutti con grande slancio e zelo misurato (…) Questo quartetto pone le basi per un nuovo modo di suonare.
Fjl, Schwabische Zeitung, Langenargen (Germania)
Suoni magici e trasparenti
Il giovane Quartetto Foné brilla alla Società Concerti…Qualità strumentali di prim’ordine e sensibilità; il tutto è sedimentato, fruttificando, su basi di alta scuola: flessibilità e insieme compattezza, disponibilità ad ascoltarsi l’un l’altro, voglia di elargire suggerimenti, umiltà di raccoglierne, cura per l’intonazione e quindi per il suono, magicamente quartettistico in quanto trasparente.
Claudio Gherbitz, Il Piccolo Trieste